La porta nella storia: la ricerca della bellezza tra curiosità, simbolismo e mitologia

Non solo elemento architettonico, che preclude o facilita il passaggio da un ambiente all’altro, ma anche oggetto magico ricco di mistero e significati nascosti. Nel corso della storia la porta ha avuto un’importanza fondamentale per tante civiltà, specialmente dal punto di vista simbolico e artistico. Se nei sepolcri egizi essa rappresentava il punto di passaggio del defunto dalla vita terrena all’aldilà, nel pantheon romano c’era addirittura una divinità preposta alla sua protezione: il dio Giano.

In questo specifico caso, poi, il nume, oltre ad essere venerato come custode delle porte era altresì considerato il dio degli inizi (dal suo nome deriva, non a caso, quello del primo mese del nostro calendario, Gennaio); motivo per cui, nelle testimonianze iconografiche giunte sino a noi, è di solito raffigurato con due volti che guardano simultaneamente sia al passato che al futuro, così come all’esterno e all’interno.

Quale momento migliore dell’anno, dunque, per approfondire il ruolo della porta nella storia e sottolineare la continua ricerca della bellezza e del pregio artistico che ne ha accompagnato l’evoluzione dal punto di vista tecnico.

La porta nell’età antica

Nonostante si trovi traccia di porte piuttosto rudimentali già tra le civiltà mesopotamiche, bisogna compiere un balzo temporale fino all’antico Egitto per avere conferma della diffusione su larga scala di veri e propri sistemi di chiusura così come oggi li intendiamo.

Ritrovamenti archeologici giunti sino a noi, infatti, testimoniano che l’adozione di porte era ormai consueta e largamente in uso in quel periodo storico. Lo suggerisce, in particolare, la presenza di “false porte” incise o intagliate sulle pareti degli edifici tombali più importanti, che avevano lo scopo di consentire all’anima del defunto (il Ka) di transitare dal mondo dei vivi a quello dei morti (come precedentemente accennato).

È probabile, comunque, che pionieristici esempi di porte in legno fossero già diffusi in Europa intorno al 3000 a.C., come induce a pensare uno straordinario ritrovamento riportato dal quotidiano britannico The Guardian circa 8 anni fa. Rinvenuta nei pressi di Zurigo, in Svizzera, la porta in questione potrebbe addirittura essere antica quanto il sito archeologico di Stonehenge!

La porta nell’età classica

Anche se dagli albori della civiltà al periodo classico la principale funzione della porta rimane quella di isolare l’ambiente domestico dall’esterno, nelle case romane e greche si può trovare traccia, seppur sporadica, di qualche porta interna

Sempre in questa epoca cominciano a fare la loro comparsa anche porte scorrevoli e pieghevoli, mentre nelle ville patrizie o nelle dimore nobiliari le porte si distinguono per straordinarie decorazioni, come suggeriscono, ad esempio, gli affreschi parietali delle domus romane giunti sino a noi.

Se si abbandona la troppo preponderante visione euro-centrica o occidentale, non si può non notare poi come straordinarie innovazioni dal punto di vista tecnico arrivassero, a quel tempo, anche dall’estremo oriente o dal mondo arabo.

L’architettura islamica (con le sue straordinarie moschee) e quella orientale hanno infatti regalato alla storia pregevoli esempi di porte di indiscusso valore artistico (molte delle quali si trovano anche in Italia, soprattutto in Sicilia e nelle aree meridionali della penisola), la cui bellezza ancora oggi affascina, trascendendo epoche e confini.

In questo periodo, poi, i progressi della tecnica contribuiscono alla sviluppo e alla diffusione delle prime monumentali porte in bronzo, come quella del Pantheon a Roma o di molti altri edifici, la cui importanza era definita, non ultimo, dalla particolarità e dal prestigio della porta stessa.

Restando in tema di avanguardie, pare che fu Erone di Alessandria a creare la prima porta automatica nel I secolo d.C., anche se la prima porta automatica sensibile al movimento dei piedi venne fabbricata in Cina durante il regno dell’imperatore Sui Yangdi (604-618 circa), che ne fece installare una per la biblioteca reale. Vere e proprie porte automatiche furono successivamente create dall’inventore arabo Al-Jazari (1206 ca).

La porta nel Medioevo

Nei secoli successivi e via via sino al Medioevo comincia a prendere piede l’abitudine di collocare negli edifici civili delle porte per interni, anche se, almeno inizialmente, questa tendenza rimarrà una prerogativa delle famiglie più facoltose. Le porte per interni, infatti, erano necessarie per tutelare la vita privata del padrone e tenere lontani gli sguardi indiscreti della servitù (ad esempio all’interno dei castelli).

Inoltre, in un periodo in cui il desiderio di sicurezza diventa ancora più sentito, vengono introdotti nuovi sistemi di rafforzamento e protezione, come fasce in ferro battuto e chiodi, tipiche caratteristiche delle porte di età tardo imperiale/medievale.

Dopo la caduta dell’impero romano, da occidente fino ai confini orientali (controllati da Costantinopoli), si accentua fortemente la diffusione di porte bronzee con pannelli e bassorilievi che caratterizzerà in modo preponderante l’architettura (soprattutto quella religiosa) dei secoli successivi in ogni angolo del continente.

Si pensi ad esempio alla cattedrale di Notre Dame in Francia, a quella di Aquisgrana in Germania, a quella di di Santa Sofia a Instanbul o a quelle di Monreale, Trani, Pisa e tante altre in Italia.

La porta tra Rinascimento, Barocco ed età moderna

Nonostante la rilevanza storica e artistica di queste, nel nostro Paese l’esempio forse più illustre di porta bronzea decorata (si tratta in realtà di bronzo dorato) è rappresentato dalla porta est del Battistero di Firenze realizzata dal Ghiberti nel primo Rinascimento, poi rinominata “Porta del Paradiso” da Michelangelo Buonarroti per via della sua proverbiale bellezza.

È proprio nel Rinascimento, tra l’altro, che la porta inizia ad avere una funzione decorativa anche all’interno degli ambienti domestici.

Nelle epoche successive, specialmente in età barocca, le porte interne – molto spesso in legno – presentano invece soluzioni architettoniche più complesse e arzigogolate, con colonne, allegorie e motivi floreali: splendide decorazioni che esaltano lo sfarzo delle grandi regge (Caserta, Versailles, Fonteinbleau).

La porta nell’età contemporanea

Arriviamo così all’età contemporanea. Nel 1888 Theophilus Van Kannel inventa un primo prototipo di porta girevole, mentre già da pochi anni in Giappone è diventata di uso comune la cosiddetta fusuma, una porta scorrevole costituita da pannelli (il più delle volte decorati con scene di vita quotidiana o paesaggi montani) molto in voga nelle abitazioni tradizionali. Sembra invece sia un’invenzione tutta italiana la porta scorrevole a scomparsa, ideata negli anni ’60 del novecento.

Il XVIII secolo, poi, offre terreno fertile allo sviluppo di importanti novità in materia di serrature. I progressi tecnologici consentono finalmente agli ingegneri di creare marchingegni molto più piccoli, robusti e dai meccanismi più disparati. Come ci ricorda l’articolo del nostro fornitore Flessya, “questa ondata di innovazione fu guidata dalle invenzioni di Robert Barronin (1778, serratura a doppia azione), Joseph Bramah (1784, serratura di Bramah, rimasta invulnerabile agli scassi per 67 anni), Jeremiah Chubb (1818, serratura con rilevatore), Linus Yale, Sr. nel (1848, serratura a cilindro), James Sargent (1857, prima chiusura a combinazione; 1873, meccanismo ad apertura ritardata), Samuel Segal (1916, prima chiusura a prova di forzatura) e Harry Soref (1924, primo lucchetto)”.

Conclusioni

Sebbene nella storia sia sempre molto difficile stabilire confini precisi quando si parla dell’evoluzione di un prodotto o di una tendenza, abbiamo potuto constatare come, nel corso delle varie epoche, la porta abbia sempre svolto un ruolo di primo piano, ridefinendo – grazie al pregio artistico che l’ha sempre caratterizzata – la bellezza di un numero indefinito di edifici civili (soprattutto quelli appartenenti alle classi più facoltose) e religiosi.

A distanza di millenni, sembra che nulla sia cambiato. Oggi, infatti, le “maestranze” artigianali continuano a perseguire e a ricercare la bellezza delle forme e del design, considerando la porta un complemento d’arredo essenziale per determinare le caratteristiche di fondo di un determinato contesto abitativo, di cui essa anticipa ed esalta lo stile.